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Barbara Mingarelli Life Coaching

Giovani in Azione! 04 Settembre 2016

Il 'Muretto' dei ragazzi di oggi

Il 'Muretto' dei ragazzi di oggi

Ricordate cosa facevamo noi giovani negli anni ’80 seduti sul muretto?

Era il “nostro” momento lontano da impegni familiari, dagli sguardi indagatori dei genitori e dai pensieri per la scuola.

Era il “nostro” punto di ritrovo per staccare la spina, per confrontarci con il nostro mondo, per parlare la stessa lingua, per sentirci parte di un gruppo dove ridere fino a crepapelle per gli scherzi agli amici o, piangere e disperarci per la fine di una storia d’amore. Era il nostro “micro-sistema”: completo, funzionante ed appagante.

Era sufficiente arrivare al “nostro” muretto per sentirci bene, che fosse quello di una scuola, di un bar, di un parco o di un patronato per sentirci “connessi” con noi stessi e con gli altri.

Qual è il muretto dei ragazzi di oggi?

È il Web, con tutte le sue dinamiche, con opportunità e pericoli, ed è ora che noi adulti cominciamo a farcene una ragione. I ragazzi amano socializzare, amano i balli, amano i momenti di aggregazione più di ogni altra cosa vi assicuro, e quando possono, accolgono queste occasioni con grande entusiasmo e partecipazione. 

Come mai allora sono sempre incollati a “quel telefonino”, lo tengono sempre in mano come un esperto pistolero del Far West e guai a chi lo tocca? 

Facciamo due riflessioni assieme per capire che cosa è cambiato e per cominciare ad accettare con più tranquillità ed ottimismo questa nuova realtà. Si ho scritto tranquillità ed ottimismo perché le preoccupazioni dei genitori in merito a questo argomento sono tante e poche sono le corrette informazioni che possano portare a capire e sentire cosa sta succedendo.

Molti adulti “associano l’arrivo delle tecnologie digitali come un declino sociale, intellettuale e morale…” e i Mass Media, non fanno altro che spingere con informazioni che anziché aiutarci a capire, ci portano sempre più a provare Paura. Quando uscì il Walkman ve lo ricordate? Quell’aggeggio per ascoltare la musica con le cuffie? Fu considerato appena apparso come “un dispositivo malvagio perché isolava le persone”. Oggi ridiamo di questo. 

Cosa ci spaventa maggiormente del Web? Il fatto che i ragazzi utilizzando Internet perdano tempo, sviluppino dipendenze, “cazzeggino troppo”, possano essere adescati da mal intenzionati o possano perdere il contatto con la realtà. La Società è molto cambiata oggi rispetto alla nostra giovinezza, offriva più spazi, occasioni, iniziative a vantaggio dei giovani. Le case dei genitori erano molto più aperte per creare momenti di aggregazione e oggi, la paura che non la sappiamo gestire e “lascino casino in giro” o, la fatica di organizzare sono le scusanti che ascolto di continuo…

I ragazzi andavo a scuola a piedi o in bicicletta già dalle elementari, giocavano fuori con gli amici liberi di girovagare sapendo che dovevano “tornare prima che facesse buio”. Oggi viviamo nel terrore della libertà dei ragazzi, abbiamo paura a concedere autonomia di movimento per i tanti “pericoli” che i telegiornali, le riviste  o il Web mettono continuamente in primo piano. 

Scusate ma i pericoli c’erano anche per noi? Certo che si!

Circolava la droga, c’era chi ti importunava, circolavano le macchine per strada e le “cattive compagnie” a noi erano ben chiare.

Il tempo che i ragazzi oggi hanno a disposizione per loro stessi è lo stesso che avevamo noi?

Io non mi ricordo delle tante ore di Catechismo, impegni cattolici ricorrenti, la Confessione per finalmente ricevere il sacramento della Comunione. Non ricordo neanche di avere avuto un’agenda piena di appuntamenti come, l’attività sportiva, le ripetizioni per la scuola, le ore di lezione per imparare un’altra lingua, le ore per imparare uno strumento, il canto o altro che sia. Giocavo a pallavolo e se occorreva prendevo ripetizioni per migliorare a scuola. Neanche mi ricordo la pressione psicologica dei miei genitori così attivi e partecipi ad ogni mia attività, di gruppi di mamme che scaldano le chat di WhatsApp con problemi, preoccupazioni sulla scuola, sullo sport e altro di continuo.

Oggi la frenesia degli impegni dei bambini a cominciare dalle elementari è incredibile, anche perché, ogni nuova disciplina o interesse che si vuole seguire, porta con sé una quantità di scadenze da rispettare e eventi a cui partecipare . I bambini e i ragazzi sono stanchi, a fine scuola “bolliti” e i genitori, già ad Aprile cominciano a trincare il Supradyn o il Polase come fosse l’ultima droga per far fronte a tutti gli impegni.

E al muretto quando ci vanno?

Il loro muretto è Internet, in rete creano le loro Community, ogni adolescente ha il proprio posto per comunicare perché lo trova “figo”. Chi Facebook, chi Snapchat, chi Instagram. E cosa fanno? Quello che facevamo noi sul muretto: spettegolano, flirtano, sono liberi di raccontare i loro sogni, partecipano a vive discussioni tra di loro, seguono i loro idoli, condividono informazioni, preoccupazioni, gioie e scherzi. Sono liberi di esprimersi lontano dagli occhi dei genitori. Il desiderio di avere amicizie, di non sentirsi isolati, di far parte di un loro mondo è una necessità fondamentale nei ragazzi e il Web offre una modalità in più rispetto al passato. Quando chattano, entrano nel loro mondo, sono sconnessi dalla realtà che li circonda perché immersi nella loro, fatta di sentimenti, curiosità, emozioni. In quel momento a noi che li guardiamo ci sembrano alieni ipnotizzati, e se sollecitati da stimoli esterni, non rispondono perché sono, come si usa dire, in “THE FLOW” e cioè in un momento appagante, dove si perde la cognizione del tempo, dove si sta bene. Anche noi quando facciamo qualcosa che ci appassiona siamo in The Flow, magari mentre pitturiamo, leggiamo, ascoltiamo musica, guardiamo l’arte, un film, ci dedichiamo ad un hobby o per i più fortunati mentre lavorano, provate a pensarci. 

Il Web offre tante opportunità ad un ragazzo, anche di crescita e non solo di svago. 

Anche in questo caso ritengo che un ruolo di giuda il genitore o l’ ’educatore sia tenuto ad averlo. I ragazzi hanno una grandissima opportunità con la tecnologia, ciò che non hanno ancora sviluppato è come utilizzarla con consapevolezza. La affrontano senza paura, non hanno la capacità di capire che le loro azioni potrebbero portare a conseguenze non immaginate e non hanno sviluppato la capacità di guardare alle cose in modo macro, valutandone rischi e vantaggi. Qui noi adulti abbiamo la responsabilità di informare, spiegare, mostrare e dare regole. Ovvio che se poco si conosce ciò di cui si parla si fa fatica a risultare autorevoli quindi, selezioniamo e cerchiamo informazioni utili per capirne di più. Utilizziamo la capacità del ragazzo di entrare in The Flow per fargli capire che le scelte che farà nella sua vita dovranno portarlo a vivere quelle emozioni appaganti. Aiutiamolo a riconoscere in quali altre attività, passioni o Hobbies lui si senta in The Flow e sproniamolo a crescere in quella direzione per raggiungere una sua auto-realizzazione personale.

Creiamo una buona comunicazione in famiglia dove noi adulti forniamo consigli, dove apertamente affrontiamo tematiche scomode e aiutiamo i nostri figli a sviluppare capacità quali l’osservazione, il dire di NO, il chiedere aiuto quando occorre sapendo di non ricevere giudizi ma accoglienza e… cosa più difficile, diamo fiducia. Così contribuiamo a creare personalità forti, capaci di muoversi nel mondo con autodisciplina ed ottimismo. Tutto questo sarebbe bello se non ci lasciassimo bloccare dalla paura e ci comportassimo come esperte Bodyguard.

Ci lamentiamo perché i giovani di oggi non sembrano forti, non hanno prospettive, smettono di sognare e allora? Chi è responsabile di tutto ciò? La società? Si ok abbastanza facile e generica come risposta, diciamo che ognuno di noi ha la sua responsabilità personale in tutto ciò perché dal mio punto di vista ai ragazzi NOI  adulti dobbiamo dare un mondo migliore, e ognuno di noi, nel suo piccolo può fare la differenza. 

Cominciamo a dare l’esempio e a mostrare il “come si fa”.

Sforziamoci di avvicinarci al loro mondo e di comprenderlo con apertura e curiosità, organizziamo pranzi, cene o momenti ricreativi per i ragazzi dove possano sentirsi amati, rispettati e liberi di essere ascoltati. 

Diamole noi delle valide ed allettanti alternative al Web per non isolarli.

Molto spesso organizzo per i “miei” ragazzi come li chiamo io, gli amici di mia figlia diciassettenne, occasioni dove possano stare insieme e passare giornate o serata in compagnia. Mi invento occasioni a tema tipo il “cotoletta day” o il pranzo di Natale col “drees code” o semplicemente apro la mia casa affinché possano avere uno spazio per stare insieme. Sapete cosa fanno? Chiacchierano, ballano, cantano o giocano a giochi di società. Quando li accogli col cuore, educazione e rispetto, loro lo sentono e si aprono. Cercano il confronto su diverse tematiche, dalla scuola, ai problemi sociali, alla delusione amorosa, a discussioni con i genitori e ascoltano con interesse i tuoi racconti, si lasciano guidare a mettere ordine nel loro caos, ti aiutano a sistemare e a tenere in ordine la casa, se sai come chiederlo… e, se sei stato capace di “accogliere”, anche tu avrai imparato tanto e ti sentirai più arricchito e meno distante da loro…

Ricordiamoci più spesso di quando eravamo giovani noi, di cosa desideravamo, di quali erano i nostri dubbi e incertezze. Ricordiamo le canzoni che ci facevano battere il cuore, dei versi che imparavamo a memoria perché ci indicavano una “via” o ci aiutavano a dire come ci sentivamo in quel momento, ricerchiamo sempre il senso di libertà provato appena fuori di casa per correre al “muretto”. Teniamo vive queste emozioni anche oggi che siamo “grandi” perché sono quelle che i nostri ragazzi vogliono vedere per sapere che diventare adulti non significa solo avere responsabilità, problemi, paure, preoccupazioni ma anche continuare a sognare, vivere emozioni e sentirsi vivi. Questo li aiuta ad accettare l’agrodolce della vita, ad imparare a cadere senza farsi troppo male e a ricercare sempre la loro “connessione” con se stessi e il mondo.

Articolo pubblicato sulla rivista Network Magazine http://www.nm-magazine.it/

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