Giovani in Azione! 11 Luglio 2016
I Giovani e il lavoro

Quali prospettive di lavoro hanno i giovani oggi? Come vivono la loro progettualità professionale? Male anzi, malissimo.
In un periodo storico come questo caratterizzato da incertezza, ansia, demotivazione, come possono solo pensare di potersi realizzare nella vita? Statistiche e sondaggi segnalano sempre più un forte abbandono della scuola, ci schioccano con dati allarmanti che mostrano sofferenze quali ansia e depressione già in età precoce tanto da richiedere spesso l’utilizzo di psicofarmaci.
Che cosa sta succedendo? Che cosa è successo nella nostra Società?
È cambiata e sta cambiando mentre noi adulti molto spesso rimaniamo fermi ad osservare privi di strumenti efficaci per far fronte alle nuove competenze richieste.
Il primo grande scoglio è quello di accettare il cambiamento come inevitabile, ecco perché ci troviamo spesso impreparati e ci attiviamo a cambiare solo quando la situazione diventa insostenibile. La difficoltà a mettersi in discussione, a rivedere i propri valori, a voler rimanere ancorati alle proprie credenze e convinzioni, la paura del nuovo, ci mantengono in una posizione poco produttiva al nostro Essere che, al contrario, necessita di conoscenza, di continui stimoli e “messe in gioco” per poter evolvere ed esprimersi al meglio.
Se gli adulti per primi sono in grande difficoltà oggi a trovare una nuova dimensione, a capire come sia giusto vivere ed evolvere, a trovare una loro serenità, come possiamo pensare che siano in grado di passare conoscenze, insegnamenti e valori ai ragazzi?
Nello svolgere la mia professione di Coach molto a contatto con giovani, genitori, enti scolasti, associazioni sportive o Fondazioni mi accorgo della grande confusione in cui le persone si trovano perché hanno smesso di domandarsi semplicemente perché fanno quello che fanno.
È oramai chiaro, ripetuto e consolidato il fatto che i valori che caratterizzavano la Società anni fa, oggi, non sono più attuali e nonostante ciò manca la messa in pratica di nuovi modi di agire. Tutti a lamentarsi, a cercare colpevoli a creare scusanti per non assumersi la loro personale responsabilità.
Anni fa le figure educatrici nella società erano la famiglia, il professore (uno) e il prete. La loro autorità veniva legittimata socialmente ed era inconfutabile. Poco spazio alle emozioni, al confronto, al poter esprimere la propria opinione, nessun interesse verso “la persona” e il metro di valutazione era, il Giudizio.
Quanto abbiamo sofferto per questo tanto temuto giudizio? E quanto ci trasciniamo questa modalità oggi pur sapendo che ci fa ancora soffrire? Sapete cosa temono di più oggi i ragazzi …IL GIUDIZIO perché in questo modo li stiamo ancora educando. Mai sentito parlare di Feedback costruttivi? Nelson Mandela diceva che il compito più difficile nella vita è quello di cambiare sé stessi…
Siamo incastrati in questo passaggio oggi.
È necessario cambiare: il nostro punto di vista, le nostre convinzioni, i nostri modi di comunicare, è fondamentale fermarsi un attimo per “ascoltarsi”, liberare le nostre emozioni in modo sano e costruttivo ed imparare a porci delle domande produttive che ci spronino a migliorare e trovare soluzioni.
Il concetto di Autorità è decaduto per lasciare il posto all’Autorevolezza.
Cosa significa essere autorevoli? Come si fa ad essere autorevoli, a farsi rispettare senza urlare, senza imporsi o senza utilizzare posizioni socialmente elevate come strumento di dominio?
Si comincia da sé stessi, nell’impegnarsi a diventare bravi in ciò che si è deciso di fare nella propria vita investendo energie, tempo, dedizione e tanta passione così da poter diventare un esempio credibile e autorevole.
Basta con gli insegnanti in cattedra capaci di passare concetti, insegnamenti e valori che sono i primi poi a non rispettare.
Ecco cosa vedono i ragazzi oggi… INCOERENZA E CONFUSIONE.
Genitori che faticano a trovare un loro equilibrio, professori che non amano il loro lavoro e non si sforzano di migliorare, allenatori sportivi magari in sovrappeso o che bestemmiano durante le partite che, pretendono poi dai ragazzi, educazione e perfetta forma fisica. Sento ripetere spesso che la fatica più grande degli adulti con i giovani è quella di farsi rispettare.
I ragazzi si ribellano, sono disorientati, faticano a capire anche chi fa chi e chi fa cosa perché tutti si intromettono in tutto… Ecco che abbiamo ragazzi ribelli, indisciplinati, che non sanno stare attenti a scuola, che rispondono.
Non è che forse è un loro modo, quello che gli stiamo mostrando, per far valere la loro opinione? Sappiamo mostrare come si fa a confrontarsi in modo rispettoso, prestando attenzione all’ascolto, ponendo attenzione verso l’altro? Basta accendere la televisione e guardare un dibattito politico, assistere ad una partita di calcio dei ragazzi e ascoltare i genitori in tribuna, ascoltare molti feedback di adolescenti sulle mancanze di rispetto nella scuola o altro per avere le risposte…
Io sono un’ottimista, lo sono per natura, non mollo finché non trovo una soluzione che funzioni, sono caduta spesso ed ho imparato a cadere senza farmi troppo male ora, ho studiato, mi sono messa in discussione per migliorare e sapete una cosa lo faccio ancora oggi, tutti i giorni. Vivo meglio Assolutamente SÌ!
Continuare ad imparare, apprendere sia informazioni utili per la mia professione sia contenuti necessari al mio sviluppo personale ha notevolmente cambiato la qualità della mia vita. Ha richiesto e richiede fatica? Si parecchia ma siccome la mia è una scelta consapevole, ascoltata e ponderata, il beneficio, il divertimento annullano la fatica.
La cosa più bella che sto notando e che mi da una forza incredibile è vedere e sentire che se tu cambi, evolvi sei capace di aiutare concretamente gli altri. Questo mio ottimismo e voglia di fare accresce sempre più ogni volta che posso passare strumenti da me appresi e vedere cambiamenti concreti che portano le persone a vivere con più serenità, chiarezza e determinazione la loro vita.
Quando mi confronto con i ragazzi, con i genitori o professori mi accorgo che è presente in tutti il desiderio di stare meglio, il desiderio di vivere le relazioni personali in modo più armonioso. Per raggiungere ciò che si desidera, è necessario fermarsi per fare utili riflessioni insieme che arginano la paura, la diffidenza e fanno chiarezza sulla direzione da intraprendere per raggiungere prima di tutto la consapevolezza.
Dopo un primo momento di destabilizzazione in cui ci si approccia a considerare le cose in un’altra prospettiva è indispensabile acquisire nuove conoscenze e nuove abilità che diventeranno poi competenze per agire con consapevolezza, divertimento e coerenza.
Nel mio lavoro ho creato sinergie meravigliose per poter portare cambiamenti concreti, ho compagni di viaggio eccezionali, selezionati con cura ,che mi aiutano a crescere e migliorare sempre e quando INSIEME, riusciamo a far accedere delle cose a creare delle situazioni, il mio ottimismo va alle stelle.
A noi adulti spetta il compito di dare insegnamenti, strumenti, ascolto, amore e direzione ai ragazzi e più ci attiviamo a portare cambiamenti prima di tutto su noi stessi, prima possiamo fare la differenza. Con la Fondazione Ema.Pesciolinorosso con la quale collaboro abbiamo somministrato sondaggi ai ragazzi per capire come stanno, di che cosa hanno bisogno e pensate un po’… gli ambienti dove si sentono più stressati, meno ascoltati, sono la scuola al primo posto e la famiglia al secondo. Per ora siamo a 5000 risposte e siccome non sono poche è giusto fermarci un attimo a riflettere.
Come mai quando andiamo nelle scuole, papà Gianpietro ne ha visitate più di 400 in tutta Italia, durante gli incontri questi ragazzi rimangono per ore inchiodati alla sedia, senza guardare il telefono, ascoltano, domandano e cercano un contatto fisico? Dove sono i ribelli, dove sono gli indisciplinati?
Durante le mie partecipazioni io Io non li ho visti e Gianpietro neppure in tutte le sue. Ciò che abbiamo visto è che se ci sono adulti capaci di utilizzare un approccio rispettoso, capaci di coinvolgerli emozionalmente, capaci di raccontare storie per passare insegnamenti, capaci di fare pause con brani musicali di loro gradimento e soprattutto aperti all’ascolto, loro ti mostrano il loro mondo, ti danno la loro fiducia e si aprono per apprendere. Ciò che mi rasserena e da speranza è riscontrare che oggi, sono sempre più le persone che si danno dare fare concretamente per migliorarsi e migliorare e, se sei tra quelle, mi complimento con te, hai tutta la mia stima.
Prima di preoccuparci noi adulti su quale sarà il lavoro intrapreso dai ragazzi in futuro o se saranno fortunati a trovare un posto fisso, occupiamoci di aiutarli a diventare autonomi, adulti sereni, fiduciosi nelle loro potenzialità, esseri umani dotati di umiltà e capacità di problem solving.
Sproniamo i giovani attraverso l’esempio, l’insegnamento divertente a scoprirsi e a scoprire tutto ciò che possono fare attraverso la crescita personale affinché possano costruirsi ali robuste per…“volare il loro volo”. Oggi nel mondo lavorativo c’è una parola che oramai è diventata costante ed è ECCELLENZA.
Eccellenza significa tendere sempre al meglio, impegnarsi a crescere, essere disposti a “pagare il prezzo” per ottenere ciò che desideri. Occorre allenarsi alla fatica, all’impegno, all’insuccesso ai NO, stiamo insegnando questo ai nostri giovani? Con tutto rispetto per chiunque viva situazioni difficili questo non deve essere il motivo per cui ciò che passiamo è accontentarsi, farsi andare bene le cose o al contrario dare troppo sul piano materiale per compensare mancanze affettive o incapacità di guida…
Dove sono finiti amore, ottimismo, speranza e voglia di riscatto? Aiutiamoci a tenerle sempre vive dentro di noi queste fondamentali risorse perché non solo ci aiutano vivere meglio, sono anche un esempio e danno forza a chi ci sta vicino.
“Il cambiamento è inevitabile, la crescita personale una scelta”
Bob Proctor
Con affetto
Articolo pubblicato sulla rivista Network Magazine http://www.nm-magazine.it/

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