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Barbara Mingarelli Life Coaching

Vivi al meglio la tua vita 19 Ottobre 2016

Gestire i conflitti in modo sano per te stesso e per gli altri

Gestire i conflitti in modo sano per te stesso e per gli altri

Non avere conflitti non significa essere sereno. Molto spesso sento queste affermazioni “io non discuto mai con nessuno”, “non ho problemi con nessuno”. Sicuro di dire tutto ciò che pensi? Sicuro di essere capace di far valere la tua opinione? A volte si preferisce il silenzio, il far finta di niente per evitare di andare in contrasto con le persone, o perché non si regge emotivamente il conflitto o a volte perché non si vuole recare dolore al prossimo oppure perché hai tentato tante volte con un esito molto deludente per te.

I conflitti sono inevitabili, fanno parte della nostra vita. Per questo occorre imparare ad accettarli, gestirli e mediarli in chiave positiva.

Quando un conflitto è ben gestito è un evento che porta crescita, miglioramento. È importante capire e sapere come gestirlo al meglio. Il conflitto si distingue tra intra-personale cioè con sè stessi, dove siamo in una situazione di stallo, incapaci di decidere e agire perché in balia delle nostre emozioni o, interpersonale e cioè quando nel conflitto sono coinvolte altre persone.

Quali sono le maggiori cause di un conflitto?

  • Valori in contrasto;
  • Personalità o caratteri differenti;
  • Comunicazioni non efficaci per il tono, lo sguardo, le parole che usiamo;
  • Interessi e bisogni differenti;
  • Modi di interpretare le esperienze;
  • Convinzioni e giudizi personali
  1. Primo importante passaggio da tenere a mente durante un conflitto è saper separare il problema dalla persona. Questo permette di non fare di tutta un’erba un fascio, di mantenere più obiettività e, cosa più importante di tutte, ti permette di essere autorevole, duro se serve con il problema ma morbido e flessibile con la persona. Durante i conflitti si “perdono le staffe”, ci parte “l’embolo” e diventiamo duri nei toni e modi con le persone. Il risultato è che la persona che abbiamo di fronte si irrigidisce, si arrabbia perché si sente ferita e invece di aver fatto valere la nostra opinione, abbiamo peggiorato la situazione quindi importantissimo rimanere: DURO COL PROBLEMA MA MORBIDO CON LA PERSONA;
  2. Secondo importante passaggio è lavorare sul proprio stato d’animo. Saper gestire la nostra parte emotiva è fondamentale per creare un sano confronto che possa portare a trovare “un punto di incontro” eh sì… ragioniamo sul fatto che da un conflitto non devono uscire nè vinti nè vincitori ma persone che sono state capaci di trovare un punto d’incontro soddisfacente per entrambi. Se non si è pronti per un confronto perché ancora troppo arrabbiati, evitiamo di fare qualsiasi cosa, entriamo un attimo in standby. Prendiamoci del tempo per far passare la rabbia, la delusione o altro. Evitiamo di scrivere messaggi mail o scriviamoli al momento e salviamoli in bozza poi, con calma, li rileggiamo e decidiamo il da farsi. In questo modo evitiamo di peggiorare la situazione e diamo prova di una grande autogestione emotiva;
  3. Terzo importante passaggio è ricordare sempre che di fronte a noi c’è una persona con la propria storia, frutto delle sue esperienze, credenze e convinzioni. Non esiste un giusto o sbagliato, esiste un modo differente di vedere e sentire le situazioni. Ognuno ha il proprio "contenitore" con i propri bisogni, le proprie emozioni e va rispettato. Utilizza frasi come: ”Rispetto ciò che dici anche se non condivido”, evita accuratamente i “no ma” e i “però” linguisticamente distruttivi per un dialogo aperto e rispettoso. Capisco possa non essere facile applicare questi semplici suggerimenti perché per abitudine abbiamo consolidato un nostro modo di comunicare, ciò che fa la differenza è il risultato che si vuole ottenere. Piccoli passi per grandi risultati e… tentar non nuoce;
  4. Quarto importante passaggio è scegliere con attenzione il proprio Audience cioè il proprio pubblico. La scelta dell’audience è importantissima per risolvere più velocemente. Quando viviamo il conflitto sentiamo il desiderio di condividere, per sfogarci, per sentirci capiti, cercare conforto, attenzione, se non si è capaci di scegliere con cura le persone con cui ci relazioniamo, rischiamo di peggiorare la situazione. Se ci relazioniamo con persone che si coinvolgono molto emotivamente, che si schierano, che giudicano aumentiamo poi in noi la situazione di malessere perché diamo ancora più importanza alle emozioni negative e fatichiamo ad avere quella “sana” obiettività che permette di trovare soluzioni giuste e, cosa più triste…non risolviamo il problema. In quei momenti non abbiamo bisogno di chi ci fa rimanere nel conflitto, di chi “getta benzina sul fuoco” o di troppo buonisti che ci spronano a lasciar correre. Abbiamo bisogno di persone capaci di ascoltare veramente col cuore, disinteressate, che siano capaci di darci un nuovo punto di vista che possa aiutarci a cambiare il nostro. Nessuno vive bene in un conflitto continuo, sempre meglio cercare soluzioni. Durante un conflitto abbiamo bisogno di chi ci capisce e comprende e che abbia quell’abilità di aiutarci ad accostare la nostra parte emotiva per recuperare obiettività e serenità d’animo così da vedere le possibili alternative che conducano a cercare il “punto di incontro”.

Quando si parla di risoluzione di un conflitto è auspicabile che dalle parti coinvolte ci sia il vivo desiderio di trovare un accordo. Capita a volte di desiderare una risoluzione ma di trovare un “muro” dall’altra parte. Ci sforziamo di tentare nuovi modi, di lavorare sui nostri toni, sulle nostre parole, di cercare occasioni ma nulla funziona perché magari l’altra persona non è pronta. È ancora molto arrabbiata, non pronta a mettersi in discussione e rivedere il suo punto di vista, cosa fare allora? Occorre pensare al nostro bene, alla nostra salute ed imparare ad accettare che a volte non tutto è risolvibile magari non in questo momento. Occorre “lasciar andare” anche se siamo convinti di avere ragione, non vale la pena arrovellarsi nei pensieri, provare emozioni spiacevoli per tanto tempo se una situazione non si risolve perché l’altra persona non è pronta. Lavoriamo su noi stessi, lasciar andare significa decidere di non dedicare più tempo ed energia a quella cosa e, anche se può far male, di sicuro ci permette di liberare spazio per altro, di spostare la nostra attenzione su altro che ci porti gioia, positività. Si può essere sereni e in equilibrio anche quando non tutto va a gonfie vele è solo una questione di scelta. Scelgo con consapevolezza ed onestà personale su cosa vale pena dedicare il mio tempo, le mie energie, per me stessa per la mia salute e la qualità di vita che decido di vivere.

Con affetto

Barbara

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